mercoledì 12 agosto 2009
una vita a due per sempre ?
Che il mito del doppio faccia la sua parte nel sogno come nella creazione e' fuori dubbio.
Un doppio che diventa energia di ricongiugimento delle diversita' è gia' scontato secondo la mitologia antica.Udendo sta frase risuonante tra le nostre caverne emotive un po' disturbate dal trito, ritrito ed un po' stucchevole citazionismo, potrebbe fare iniziare lo "slide show" delle memorie individuali ,delle storie,gli onirismi, i simboli, e le vicende di ognuno.Un doppio che resta segno di intraducibilita' e distanza.Per qualcun'altro proiveniente da relazioni e convivenze di riconosciemnto religioso si trovera' sempre, nel termine spirituale, teologico, sacramentale.., un distinguo, un campo di separazione , un temenos che permette almeno per per un po' di sentirsi immuni dal problema delle definizioni, e percio' partecipi della propria vita.E' gia' qualcosa.Nella vicenda del doppio, nel fondersi delle somiglianze si scatena la tempesta delle rapresentazioni.Come dell'incontro tra l'ignoranza materiale di Gachet e la sensibilita' di Vincent ,, l'opera si esalta e si annulla il creatore.Passando dall'acuaforte alle versioni in olio,Vincent aggiunge all'immagine della tritezza di Gachet io simboli del sapere medico e della medicina.Un simboligia di impotenza.Un presagio.Nello scntro del doppio in fisica si liberando pressoche' sempre energie separatrici e la forzatura della vicinanza seppur vivace genera calori,campi energie nascoste.Lo specchio delle imitazioni l'energizzazione dei neurosi specchio tocca equilibri autistici, rileva nuovi orizzonti.Lo specchio è energetico nelle opere di Pistoletto
Il riverbero dei paradossi di fronte allo specchio.Perfino Dioniso prima dello smembramento del corpo operata dai Titani gioca con lo specchio.Parlo del rapporto a due, della sua vicinanza all'atrocita'.Al suo gioco orrido e crudele con la pienezza.Parlo di un desiderio di pace im-mediato con le cose.Cosa c'entra il monocromo Viola con tutto cio'.Il colore dell'opera per me ,e' il gradiente della distanza tra me e l'oggetto.Il colore è percio' temperatua della relazione.Qui percio' sto parlando di pace con l'oggetto e con le cose;non di una pace nichilista,ma di un saper per oggi far pace. con le cose.Scegliere e saper sostenere distanze misurabili.Concrete.Per cio' e' necessario la lentezza e bellezza del nulla."Ah finalmente!" dice Schifano quando si ritrova a ri cominciare da capo senza soldi.Le monochrome, il vuoto è l'immagine di tutto cio',l'immagine della Bellezza.Il traguardo estetico delle relazioni.
Il vuoto è il nulla che è Dio.Il cammino di irriconoscenza verso questo incontro vuoto, è a volte statico, lineare(penso a Manzoni,a Fontana,) a volte si impone nell'approssimarsi all'opera attraverso linee e percorsi materiali e cromatici come capita in Burri,o prima ancora in Mondrian.Mai ipocrita di fronte alla realta'perche' la monocromia non corre quasi mai il rischio di cedere al simbolico ed alle sue degenerazioni di potere.
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